É stata inaugurata il 14 maggio maggio al Museo Bailo di Treviso la nuova mostra dedicata al grande scultore Antonio Canova a cura di Fabrizio Malachin, Giuseppe Pavanello e Nico Stringa, un’esposizione che presenta Canova e la bellezza dell’antico, ma anche Canova come straordinario contemporaneo annunciatore romantico.
In mostra si è potuto eccezionalmente ricreare l’ambiente programmato da Canova in palazzo Papafava, dove il confronto Antico/Moderno è portato alla sua massima essenza: Apollo del Belvedere a confronto con il Perseo trionfante, e il Gladiatore Borghese, altra opera celeberrima, a confronto con il Creugante. È il ‘teorema perfetto’. Per la prima volta le opere vengono inoltre esposte sui loro basamenti originali restaurati per l’occasione.
Diversi i temi canoviani in mostra: dalle sculture eroiche, con l’inedito gesso del Cavallo preparatorio del famoso gruppo Il Teseo in lotta con il centauro di Vienna, alla modernità romantica, con le meditazioni sulla figura femminile afflitta (siamo nel campo delle Maddalene) e i gruppi gentili e amorosi (Amore e Psiche). E ancora i ritratti, le incisioni, le celebrazioni canoviane, la fotografia: un percorso ricco di oltre 150 opere, sviluppato in 11 sezioni.
Il grande Scultore trevigiano sarà il protagonista della mostra ma non manca l’attenzione al patrimonio civico. Non solo la Galleria dell’Ottocento ma anche diverse opere inedite canoviane riemerse durante la preparazione della mostra, come un busto con il Ritratto di Antonio Canova di Antonio D’Este. E ancora, vere reliquie, il calco della mano e la maschera funeraria dell’artista. Un corpus di lettere inedite, e il grande libro con 86 incisioni canoviane donate dal fratello Giambattista Sartori Canova a Treviso nel 1837. Accanto, una sequenza di materiali canoviani che, raramente sono usciti dalle segrete stanze dei Civici Musei per essere mostrate. Tra essi, il prezioso bozzetto delle Tre Grazie, dove a ben guardare si potrebbero scoprire le impronte del maestro.
Naturale prosecuzione della mostra è la Galleria dell’800, che accoglie opere di grande interesse, in un nuovo allestimento che valorizza il patrimonio civico, ma con una forte attenzione alle nuove tendenze e al multimediale, mai rinunciando alle fondamentali basi scientifiche. La grande retrospettiva su “Canova Gloria Trevigiana” introduce infatti alla sezione del nuovo Museo Bailo tutta riservata all’Ottocento: è un passaggio fisiologico che conduce a scoprire l’arte a Treviso e nel Veneto a partire dagli anni connotati dalla straordinaria luce dello scultore per dipanarsi lungo il secolo. In questa sezione troviamo artisti ed opere notissime accanto ad altre “svelate” da questo nuovo allestimento, sino ad ora relegate nei depositi dalla ristrettezza degli spazi espostivi del “vecchio” Bailo.
Il viaggio nell’Ottocento svelato prende avvio dai sontuosi ritratti di due dei “padri fondatori” della Pinacoteca Civica: lei è Margherita Prati Grimaldi, nel luminoso dipinto di Andrea Appiani. Lui è Sante Giacomelli, nel ritratto di Natale Schiavoni. La nobildonna legò al Comune di Treviso nel 1851 un nucleo di dipinti destinati a costituire il primo nucleo della Pinacoteca civica, mentre il secondo nel 1874 legò alla appena costituita Pinacoteca ben 54 opere prevalentemente ‘contemporanee’ all’epoca, che costituiscono il nucleo principale della Galleria dell’800.
In mostra anche il “Gruppo di famiglia” di Francesco Hayez, in cui il pittore si ritrae all’età di 16 anni: prima opera nota dell’artista.
Ad arricchire ulteriormente la proposta della nuova Galleria Canova del Bailo, due importanti plus.
Innanzitutto, quasi una ‘mostra nella mostra’, una selezione di 30 straordinari scatti artistici canoviani del fotografo Fabio Zonta: 30 fotografie di grande formato, a dare corpo ad una monografica. La ‘lente’ interpretativa del fotografo mette in rilievo la tridimensionalità delle opere, accentuando dettagli, soggetti, espressività.
Una sorpresa tutta da scoprire è l’intervento creativo di Anderson Tegon con Pepper’s Ghost: un suggestivo spettacolo video-multimediale all’interno della Galleria.
Un’offerta quindi di proposte articolate, a indicare la linea che connoterà il Nuovo Bailo come luogo di contaminazione tra le arti, fedele al compito di valorizzare il patrimonio civico, ma con una forte attenzione alle nuove tendenze e al multimediale, mai rinunciando alle fondamentali basi scientifiche.
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